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giovedì 18 giugno 2009

Confindustria: Ennesimi dati negativi sull’andamento della economia; necessario intervenire prontamente sul versante della domanda, se ciò non avvenisse ci potranno essere ricadute importanti sulle famiglie

Anche da Confindustria provengono gli ennesimi dati catastrofici sull’andamento economico del nostro Paese, che evidenziano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come la crisi sia tutt’altro che superata.

Le previsioni del PIL sono state tagliate al -4,9%, che comporterà una riduzione della ricchezza del Paese di oltre 70 miliardi di Euro.

Ma, ancora più preoccupanti sono le stime sul tasso di disoccupazione, che, nel 2010, sfiorerà il 10%.

Si calcola che la perdita del lavoro e la cassa integrazione comporteranno una riduzione del potere di acquisto, per l’intero universo delle famiglie (24 milioni da dati Istat), pari a 492 Euro annui per ciascun nucleo familiare, mentre, calcolando tale ricaduta sulle sole famiglie a reddito fisso, sarà pari a 850 Euro a famiglia.

Nello specifico, chi è in cassa integrazione dovrà far fronte ad una decurtazione del proprio salario dal 30 al 35%, mentre, per le famiglie colpite direttamente da un licenziamento, le ripercussioni saranno di 800-1000 Euro al mese.

Per non parlare della situazione estremamente drammatica in cui si trovano i lavoratori precari che perdono il proprio posto di lavoro, per i quali è previsto un sostegno a dir poco irrisorio.

“Se il Governo non si deciderà ad avviare delle manovre serie ed efficaci, come richiede anche la stessa Confindustria, questa situazione è destinata a peggiorare sempre di più” – dichiara Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori.

È indispensabile, per le famiglie e per l’intera economia del nostro Paese, intervenire sul lato della domanda, attraverso:

- processi di detassazione per le famiglie a reddito fisso di almeno 1200 Euro annui;

- misure di sostegno al reddito del precariato, con congrui assegni di disoccupazione;

- una riduzione, di almeno il 20%, dei prezzi dei beni di largo consumo, che ancora tarda ad arrivare, nonostante una diminuzione del tasso di inflazione.

(Cit. comu. stampa Federconsumatori)

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