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giovedì 20 ottobre 2011

Amanda picchiata dalla polizia ma anche lei ha fatto degli errori

Parla Kurt, il padre della giovane americana dichiarata innocente nel processo d'appello per l'uccisione di Meredith Kercher. "Dopo il delitto le avevamo detto di tornare a casa e lei non ha voluto" dal nostro inviato ANGELO AQUARO Amanda Knox con il padre Kurt - Per tirare fuori sua figlia dall'incubo si è indebitato "per una cifra da sette zeri e passa". Ma ora che quell'orrore è finito - e lui, confessa, è ormai "finanziariamente dissestato" - si è finalmente convinto della verità. Un classico di qui: "Follow the money". Seguite la pista del denaro. "Sì" dice Curt Knox sul portico della casa di Arbor Height dove ancora sventola lo striscione "Bentornata": "Amanda ha pagato per una questione di soldi". Signor Knox, che cosa c'entra il denaro in questa storia? "Amanda non è mai stata così terrorizzata come durante quell'interrogatorio con la polizia italiana. Amanda è stata picchiata. Alla fine l'ha riconosciuto pure quel procuratore di cui preferirei non fare il nome: nell'ultima arringa ha detto che poteva essere stata in qualche modo urtata. La verità è che volevano semplicemente terrorizzarla". Sta parlando di persecuzione? "Sto dicendo che sulla polizia c'è stata una pressione tremenda per trovare comunque un colpevole. E lei era il personaggio ideale per realizzare quella loro teoria. Venduta subito alla stampa". Ma che c'entra il denaro? "Una città come Perugia non poteva permettersi quella terribile pubblicità. Immaginate il terrore delle centinaia di migliaia di genitori che spediscono i figli laggiù. Immaginate che cosa può significare economicamente per quella città. Lì gli studenti sono tutto. Amanda sarebbe potuta andare a Roma e aveva deciso di fermarsi lì solo tre mesi per trovare maggiore concentrazione. Una città del genere non può permettersi di perdere la propria immagine così". Amanda vittima del bisogno di trovare un colpevole. Amanda protagonista perfetta di quella teoria: anche troppo. Non le rimprovera niente? Nessun errore? "Non so se possiamo parlare di errori. Però." Però? "La terminologia. Le parole usate. Il linguaggio del corpo. Perfino quell'sms spedito a Patrick Lumumba: 'Ci vediamo'. Diciamo che Amanda è stata un po' troppo naive. Sì, ingenua. Ha peccato di percezione. In fondo aveva solo vent'anni: e nei suoi comportamenti non si rendeva conto delle profonde differenze culturali tra Italia e America". Si riferisce ai sorrisi in aula? Allo show con la maglietta "All You Need Is Love?". "Anche molto prima del processo: durante l'inchiesta. Subito dopo il delitto le avevamo detto: torna. E lei: ma no. Anche il suo rapporto con la polizia. Lei è stata educata a essere collaborativa: civicamente responsabile. Come usa qui. Il rispetto del vigile del fuoco. Del poliziotto. Un sorriso per tutti. E il sorriso è sempre stata la sua arma. Tutto questo è stato utilizzato per costruirle addosso quel personaggio che non era. La party girl: ma qui non aveva neppure l'età per andare al bar. E poi quelle forzature della procura. Come nel caso del messaggino a Lumumba". "Ci vediamo dopo". "Appunto: ma in inglese "See you later" non è mica la certezza di un appuntamento. È un saluto: ci si vede. Come si fa a considerarlo una prova di un'intesa? Per fortuna alla fine la giustizia italiana ha dimostrato che il vostro sistema funziona". Sua moglie Cassandra dice che la prima notte a casa Amanda "è sprofondata a letto come una bimba". Preoccupato per come reagirà? Avrete bisogno di uno psicologo. "Vedremo.È una ragazza forte. Ma ora tutto il nostro focus è su questo: farle riconquistare una vita normale. Tante piccole cose che a noi sembrano semplici: passeggiare sull'erba, rivedere gli amici, fare il barbecue". Si sono già risentiti con Raffaele Sollecito? "Posso solo dire che Raffaele prima o poi verrà a trovarci qui". E voi ricambierete tornando in Italia? "Le prime parole che Amanda ha detto all'aeroporto sono state eccezionali: mi devo ricordare di parlare in inglese... Adora l'Italia. E prima o poi ci torneremo". Ha portato con sé qualche libro? Degli oggetti? "Qualche libro? Abbiamo spedito delle casse di roba. Di tutto. Comprese quelle tantissime lettere di sostegno ricevute in carcere". C'è già chi parla dei milioni di dollari che potrebbe ottenere raccontando la sua storia. C'è qualche accordo? "Nessuno. Ma non è questo il momento. Amanda deve riprendere gli studi. Sì, continuare a studiare anche l'italiano. E soprattutto ha bisogno di ritrovare la sua vita interrotta. Anche per questo abbiamo deciso di trascorrere i primi tempi in famiglia. Le prime persone che ha voluto rivedere sono le sue cuginette: l'ultima volta avevano appena un anno. Si deve riabituare alla vita". E alla sua mamma e al suo papà. "Qui nello stato di Washington ci sono due riti di passaggio. La patente a 18 anni. E a 21 la prima bicchierata. Voglio prendermi Amanda e restituirle anche questo rito che le era stato rubato. A che età cominciate in Italia?". (06 ottobre 2011). Post pubblicato da "La Repubblica.it"

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