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Con questo piccolo spazio, vorrei cercare di raccogliere il maggior numero di informazioni che giornalmente ruotano attorno a noi, filtrando quelle che però possono avere i maggiori risvolti in campo giuridico, e permettere a Voi navigatori di poter commentare, così da creare una piccola community di dialogo.

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Saluti Justice81

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giovedì 20 ottobre 2011

Amanda picchiata dalla polizia ma anche lei ha fatto degli errori

Parla Kurt, il padre della giovane americana dichiarata innocente nel processo d'appello per l'uccisione di Meredith Kercher. "Dopo il delitto le avevamo detto di tornare a casa e lei non ha voluto" dal nostro inviato ANGELO AQUARO Amanda Knox con il padre Kurt - Per tirare fuori sua figlia dall'incubo si è indebitato "per una cifra da sette zeri e passa". Ma ora che quell'orrore è finito - e lui, confessa, è ormai "finanziariamente dissestato" - si è finalmente convinto della verità. Un classico di qui: "Follow the money". Seguite la pista del denaro. "Sì" dice Curt Knox sul portico della casa di Arbor Height dove ancora sventola lo striscione "Bentornata": "Amanda ha pagato per una questione di soldi". Signor Knox, che cosa c'entra il denaro in questa storia? "Amanda non è mai stata così terrorizzata come durante quell'interrogatorio con la polizia italiana. Amanda è stata picchiata. Alla fine l'ha riconosciuto pure quel procuratore di cui preferirei non fare il nome: nell'ultima arringa ha detto che poteva essere stata in qualche modo urtata. La verità è che volevano semplicemente terrorizzarla". Sta parlando di persecuzione? "Sto dicendo che sulla polizia c'è stata una pressione tremenda per trovare comunque un colpevole. E lei era il personaggio ideale per realizzare quella loro teoria. Venduta subito alla stampa". Ma che c'entra il denaro? "Una città come Perugia non poteva permettersi quella terribile pubblicità. Immaginate il terrore delle centinaia di migliaia di genitori che spediscono i figli laggiù. Immaginate che cosa può significare economicamente per quella città. Lì gli studenti sono tutto. Amanda sarebbe potuta andare a Roma e aveva deciso di fermarsi lì solo tre mesi per trovare maggiore concentrazione. Una città del genere non può permettersi di perdere la propria immagine così". Amanda vittima del bisogno di trovare un colpevole. Amanda protagonista perfetta di quella teoria: anche troppo. Non le rimprovera niente? Nessun errore? "Non so se possiamo parlare di errori. Però." Però? "La terminologia. Le parole usate. Il linguaggio del corpo. Perfino quell'sms spedito a Patrick Lumumba: 'Ci vediamo'. Diciamo che Amanda è stata un po' troppo naive. Sì, ingenua. Ha peccato di percezione. In fondo aveva solo vent'anni: e nei suoi comportamenti non si rendeva conto delle profonde differenze culturali tra Italia e America". Si riferisce ai sorrisi in aula? Allo show con la maglietta "All You Need Is Love?". "Anche molto prima del processo: durante l'inchiesta. Subito dopo il delitto le avevamo detto: torna. E lei: ma no. Anche il suo rapporto con la polizia. Lei è stata educata a essere collaborativa: civicamente responsabile. Come usa qui. Il rispetto del vigile del fuoco. Del poliziotto. Un sorriso per tutti. E il sorriso è sempre stata la sua arma. Tutto questo è stato utilizzato per costruirle addosso quel personaggio che non era. La party girl: ma qui non aveva neppure l'età per andare al bar. E poi quelle forzature della procura. Come nel caso del messaggino a Lumumba". "Ci vediamo dopo". "Appunto: ma in inglese "See you later" non è mica la certezza di un appuntamento. È un saluto: ci si vede. Come si fa a considerarlo una prova di un'intesa? Per fortuna alla fine la giustizia italiana ha dimostrato che il vostro sistema funziona". Sua moglie Cassandra dice che la prima notte a casa Amanda "è sprofondata a letto come una bimba". Preoccupato per come reagirà? Avrete bisogno di uno psicologo. "Vedremo.È una ragazza forte. Ma ora tutto il nostro focus è su questo: farle riconquistare una vita normale. Tante piccole cose che a noi sembrano semplici: passeggiare sull'erba, rivedere gli amici, fare il barbecue". Si sono già risentiti con Raffaele Sollecito? "Posso solo dire che Raffaele prima o poi verrà a trovarci qui". E voi ricambierete tornando in Italia? "Le prime parole che Amanda ha detto all'aeroporto sono state eccezionali: mi devo ricordare di parlare in inglese... Adora l'Italia. E prima o poi ci torneremo". Ha portato con sé qualche libro? Degli oggetti? "Qualche libro? Abbiamo spedito delle casse di roba. Di tutto. Comprese quelle tantissime lettere di sostegno ricevute in carcere". C'è già chi parla dei milioni di dollari che potrebbe ottenere raccontando la sua storia. C'è qualche accordo? "Nessuno. Ma non è questo il momento. Amanda deve riprendere gli studi. Sì, continuare a studiare anche l'italiano. E soprattutto ha bisogno di ritrovare la sua vita interrotta. Anche per questo abbiamo deciso di trascorrere i primi tempi in famiglia. Le prime persone che ha voluto rivedere sono le sue cuginette: l'ultima volta avevano appena un anno. Si deve riabituare alla vita". E alla sua mamma e al suo papà. "Qui nello stato di Washington ci sono due riti di passaggio. La patente a 18 anni. E a 21 la prima bicchierata. Voglio prendermi Amanda e restituirle anche questo rito che le era stato rubato. A che età cominciate in Italia?". (06 ottobre 2011). Post pubblicato da "La Repubblica.it"

Assolti Amanda Knox e Raffaele Sollecito

La Corte d'assise d'appello di Perugia la sera del 3 ottobre 2011, dopo undici ore di camera di consiglio, ha pronunciato la sua sentenza. Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati in primo grado a 26 e 25 anni di reclusione (leggi la notizia) per l'omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher uccisa il primo novembre del 2007, sono stati assolti. Amanda e Raffaele liberi, assolti con formula piena - il video Amanda Knox, il verdetto finale: 'Sono innocente' - il video La Corte, presieduta dal giudice Claudio Petrillo Hallmann, ha accolto tutte le obiezioni sollevate dalla difesa e si è fidata degli ultimi periti super partes i quali hanno messo in discussione i test genetici, effettuati sul coltello e sul gancetto del reggiseno di Meredith, su cui si basava la sentenza di primo grado. Il delitto di Perugia vede dunque un solo condannato: Rudy Guedé, per lui 16 anni di carcere in via definitiva. La notizia dell'assoluzione di Amanda e Raffaele, anche se ha suscitato molte polemiche e duri commenti, non è stata un fulmine a ciel sereno. In molti se lo aspettavano. L'enorme attenzione mediatica sul processo, la guerra di perizie in seguito alla quale la posizione dei due imputati si era alleggerita. Tutto sembra aver contribuito a spianare la strada verso l'assoluzione. La Knox e Sollecito ieri hanno parlato davanti ai giudici. Lei è apparsa più tesa, lui più tranquillo. Ma entrambi non hanno celato l'esultanza alla lettura della sentenza che ha ribaltato il verdetto di primo grado sull'omicidio della studentessa britannica avvenuto ormai quattro anni fa. La Knox si è lasciata andare in un pianto a dirotto, Sollecito ha abbracciato a lungo il suo avvocato, Giulia Bongiorno. Ma fuori dal tribunale è esplosa un'aspra contestazione. Nei confronti dei giudici e degli avvocati si sono levate le grida: 'Vergogna, bastardi, venduti'. Per Amanda e Raffaele assoluzione con formula piena 'per non aver commesso il fatto'. Secondo i giudici non sono stati loro ad uccidere Meredith. La Knox è stata riconosciuta colpevole solo di calunnia nei confonti di Patrick Lumumba e per questo condannata a tre anni di reclusione, già scontati. Dopo quattro anni di detenzione i due ragazzi sono tornati in libertà. E oggi Amanda a bordo di un jet privato ritorna negli Stati Uniti. Per l'accusa quella pronunciata dai giudici della Corte d'assise d'appello di Perugia è stata una sentenza ingiusta. Il pm Giuliano Mignini, il magistrato che ha coordinato dall'inizio le indagini della polizia, ha così commentato: 'Sono certo che la Cassazione farà giustizia della sentenza di questa sera'. Aggiungendo: 'E' stata una Caporetto dell'informazione. Mai visto una tale pressione mediatica, non si può andare avanti così'. A un'ora dalla sentenza ha parlato la famiglia di Meredith. Questo il commento rilasciato: 'Rispettiamo la decisione dei giudici ma non comprendiamo come sia stato possibile modificare completamente la decisione del primo grado'.