ROMA - Due ultrà della Lazio sono stati arrestati dai carabinieri di Roma dopo i disordini avvenuti la scorsa notte nella zona di Ponte Milvio con lancio di sassi e petardi contro un contingente della polizia ed una caserma dei carabinieri. Gli ultrà, alcune decine di giovani, avevano così protestato contro la sentenza della Corte d'Assise di Arezzo, dopo l'omicidio di Gabriele Sandri. A casa dei due ultrà, di 28 e 23 anni, sono state trovate bandiere delle Ss e di Mussolini, ma anche caschi, passamontagna e mazze. I due ultrà sono stati arrestati con l'accusa di danneggiamento e resistenza.
TIFOSO UCCISO:AGENTE CONDANNATO 6 ANNI,OMICIDIO COLPOSO
(di Giampaolo Grassi)
AREZZO - Sei anni di reclusione per omicidio colposo: dopo piu' di otto ore di camera di consiglio, la corte d'Assise di Arezzo ieri sera ha letto la sentenza del processo per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri. I giudici non hanno accolto la tesi del pm, Giuseppe Ledda, che aveva chiesto 14 anni per omicidio volontario. Quando il presidente della Corte, Mauro Bilancetti, ha pronunciato ''condanna a sei anni'', dal pubblico si sono levate grida e insulti: ''Buffoni, maiali, vergogna!''. Per qualche decina di minuti, la bagarre e' continuata fuori dal tribunale. Pianti, urla, insulti; una ragazza e' svenuta. All'uscita dei difensori di Sapaccarotella, poi, di nuovo grida e un tentativo di assalto. Per la sentenza, oggi ad Arezzo erano arrivati numerosi amici dei Sandri e tanti tifosi laziali. A portare un po' di calma, ci ha provato il fratello di Gabriele, Cristiano: ''Fermi, per favore, cosi' uccidete Gabriele di nuovo!''. La madre di Gabriele, Daniela, e' uscita in lacrime: ''Me l'hanno ammazzato una seconda volta - ripeteva - con quale coscienza i giudici hanno fatto una cosa del genere? Stasera, quando andranno a casa, come faranno a guardare i loro figli?''. Mentre il padre di gabriele, Giorgio, ha parlato di ''una vergogna per l'Italia''. Oggi, in aula non era presente l'imputato. Dopo la sentenza, ha telefonato a uno dei suoi avvocati, Federico Bagattini: ''Piango di gioia - gli ha detto - ho fatto bene a credere nella giustizia''. Per il suo difensore, quella di oggi e' stata una vittoria: ''abbiamo vinto contro tutte le previsioni'' ha detto, per poi aggiungere: ''Ovviamente la pena e' troppo gravosa e faremo appello''. L'accusa di omicidio volontario era stata formulata contro l'agente gia' pochi giorni dopo l'11 novembre del 2007 - il giorno in cui
Spaccarotella
sparo' uccidendo Gabriele Sandri - ed era stata confermata in udienza preliminare. Per questo, la decisione di oggi della corte d'Assise ha sorpreso gran parte del pubblico. ''Hanno ammazzato mia moglie un'altra volta - ha continuato a ripetere a lungo il padre di Gabriele - forse adesso la portiamo via con l'ambulanza, hanno ammazzato mio figlio. Non crediamo piu' nella giustizia''. Proprio sulla volontarieta' dell'omicidio si e' giocato tutto il processo. Per il pm Ledda, a dimostrare che l'agente sparo' dopo aver preso la mira, ci sono soprattutto le testimonianze di cinque persone che hanno raccontato quei frangenti: una guida turistica racconto' di aver visto
Spaccarotella
puntare l'arma per cinque secondi. In aula, il magistrato ha anche impugnato una pistola giocattolo, mimando l'agente che, con le braccia tese, puntava tenendo la Beretta con due mani. La difesa - gli avvocati Bagattini e Francesco Molino - ha invece puntato sull'accidentalita' dello sparo e, soprattutto, sulla deviazione che il proiettile avrebbe subito impattando con la rete che divide le due carreggiate autostradali. Oggi la Corte ha accolto sostanzialmente la tesi della difesa. Numerose le reazioni. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha espresso ''profonda insoddisfazione'' per la sentenza. Per il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ''e' necessario attendere le motivazioni della sentenza, prima di esprimere qualunque giudizio e confermare il rispetto che si deve ai giudici ed alle loro decisioni nell'ambito di una vicenda triste che ha colpito profondamente la coscienza di tutti noi''. Un invito alla calma e' giunto dal gruppo consiliare Pdl del Comune di Roma. Perplessita' del Verde Paolo Cento e del deputato del Pdl Claudio barbaro, mentre il collega del Pd Walter Verini, tra i promotori della Fondazione intitolata a Gabriele Sandri, auspica che ''le ragioni della famiglia possano trovare ascolto nei successivi gradi della giustizia''. (Ansa)
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